GT1290: secondo diario


GT nuova, diario di bordo nuovo!

Intanto parto dagli optional, che KTM chiama PowerParts e, per gli amici, PP. Di immateriale ho comprato i codici per sbloccare MSR (Motor Slip Regulator), l’HHC (Hill Hold Control) e soprattutto Track Pack. Preso anche l’antifurto, non chiedetemi il perché visto che non saprei rispondere.

L’Akra è sempre un piacere a vedersi, e nero sul cerchio arancione spicca parecchio

Di molto più viscerale invece sono rimasto irretito di nuovo dalle sirene di Akrapovic, per cui silenziatore omologato con camicia in titanio finitura black e fondello in fibra di carbonio con aggiunta di paracalore sempre in fibra. Sulla parti in CF apro una tendina perché ho fatto una fatica bestiale per ottenere quelle che avevo ordinato: prese (e pagate) il 10 gennaio, com’è come non è alla fine sono arrivate tra il 9 luglio ed il 1 agosto; prima la coppia di fianchetti sottosella e di spoiler radiatori, poi la cover centrale del serbatoio.

Le due coppie di fianchetti: sottosella e a coprire i lati del radiatore
La parte che bramavo di più sostituire per eliminare da sotto gli occhi la plasticaccia OEM

Siccome non ci stavo con la capa nel frattempo ho preso da HF Carbon il carter pignone (che in realtà avevo ordinato inizialmente da KTM) e da MaxiCarbon parafango anteriore stile RC8parafango posteriore; quest’ultimo, esattamente come tre anni fa, ha avuto il problema dello scasso diverso (troppo stretto) per alloggiare la base del mono, e ho dovuto rispedirlo indietro per farlo ampliare [1]. Un dettaglio: le PP hanno una finitura matt (opaca, non gloss) e plain (a trama ortogonale, non twill), ed è cosa buona&giusta cercare di abbinare medesime finiture, invece le parti che ho trovato da HF Carbon e MaxiCarbon sono sì matt, ma twill; personalmente trovo siano più belle, ma tant’è son diverse dalle KTM e stonano se accostate.

Il parafango anteriore tipo RC8 è molto aggressivo
Il paraspruzzi posteriore, con para catena integrato, è un classico

Tornando alle PP certamente ho ceduto alle borse laterali rigide che, per quanto disfunzionali, nella loro versione da aprile 2019, dovrebbero essere decenti. In particolare dovrebbe essersi risolto il problema dell’imperfetto accoppiamento nella parte anteriore (con conseguenti infiltrazioni d’acqua in caso di pioggia et cetera), che avevano identicamente fin da marzo 2016. Ho già scritto in un altro post del ritardo della consegna delle scocchette colorate. Ho aggiunto anche la tail bag, borsa morbida posteriore, davvero ben fatta.

Montato anche il portatarga sportivo, accoppiato alle frecce posteriori a LED di Rizoma, omologate seppur microscopiche, splendide e… carissime; meno male che ne serve solo una coppia, giacché le anteriori sono integrate nelle carene.

Aggiunte le versioni ergonomiche delle selle pilota e passeggero, che sono anche riscaldate (mentre il pilota si gestisce da dashboard, il passeggero ha un suo autonomo comando meccanico a fianco), mi pare identiche a quelle della prima versione. Molto di dettaglio ho ripreso i tre adesivi di protezione serbatoio, neri e provvisti di grip; anche essi mi sembrano uguali a quelli dei MY precedente.

Passando invece ai pirinamenti non KTM, come da tradizione ho montato una batteria LiFePO4. Inizialmente (proprio a 0 km) avevo scelto una Magneti Marelli non diversa da quella che avevo sulla 2016, MM-ION-10, dato che andava a sostituire sempre una Yuasa YTX14-BS. La moto però lagnava difficoltà di avviamento a freddo, con temperature ambientali intorno agli 0°C e anche fino a 10/12°C; problemi che si superavano tenendo il quadro sottotensione per qualche minuto e provando un paio di avviamenti – infatti così facendo l’eccitazione della batteria aumentava la sua temperatura interna, e di conseguenza i cranking amps disponibili. Ritengo di aver poi risolto con una Unibat eXtra ULT2, che tra l’altro ha 300 Cold Cranking Ampere contro i 240 CCA della Magneti Marelli ed i 230 CCA della Yuasa stock. Scrivo “ritengo” perché per adesso non ho più testato sotto gli 8°C ambientali.

Siccome miravo ad ulteriore alleggerimento e, collateralmente, ad un abbassamento dell’emissione del calore, ho aspettato di terminare i 1.000km di rodaggio e ho deciso di scatalizzare. Una scelta molto povera sotto diversi profili (inevitabilmente aumentano le emissioni atmosferiche, benché ritengo restino entro livelli bassi, e si perde l’omologazione con tutto quanto ne consegue), però davvero efficiente sotto l’aspetto peso e temperature. Mi sono orientato sul decat Bodis, un po’ perché mi piaceva che descrivesse un’ansa al posto della camera di decatalizzazione, un po’ perché viene fornita con un kit meccanico per la rimozione della valvola allo scarico. In effetti ho preferito infine rimuovere integralmente valvola, motorino, cavi e tutto, non con il meccanismo bensì per mezzo di un ingannatore, cioè l’Healtech ESE, Exhaust Servo Eliminator; questo dongle restituisce alla centralina i segnali come se motorino e valvola stessero lavorando ed evitando messaggi di errore. L’unico accorgimento da adottare resta ridislocare il serbatoio del liquido freno posteriore, facilmente riposizionabile nell’area del motorino con l’uso di una piccola staffa.

Il Bodis non è un semplice “tubo dritto”, e fa percorre al gas un maggior tratto di scappamento
Via il servo della valvola si svuota la zona freno posteriore, e la vaschetta resta appesa solitaria

Decatalizzare interviene sullo scarico, ok, ma perché non accompagnare anche sulla aspirazione? Sempre andando verso il leggero, con un intervento che avevo eseguito anche sulla Ducati HyperMotard, mi è sembrato giusto ranzar via la scatola dell’aria e sostituirla con un kit d’aspirazione Rottweiler. Per far le cose fatte bene l’ho preso con i due cornetti in alluminio, detti velocity stacks TVS, da 59mm. Un cornetto è praticamente d’obbligo, visto che altrimenti cozzerebbe rispetto all’originale (da 80mm, in plastica), mentre il secondo, quello posteriore, è opzionale; si possono avere anche nella versione ancora più ridotta, da 40mm, ma i TVS-40 avrebbero lievemente spostato la resa agli alti regimi, un effetto che non desideravo.

Il kit dello Stage 4 Rottweiler
I cornetti d’aspirazione sono un’opera d’arte

Se intervieni sulla aspirazione (aprendo) e sullo scarico (aprendo), probabilmente il disegno della mappatura motore non è ottimizzato. La soluzione migliore è ovvia: andare al banco e rimappare. Non volendo tuttavia intervenire sulla centralina OEM, ammesso fosse facile trovare chi lo faccia (bene), sono ricorso ad una cosiddetta centralina aggiuntiva, ovvero una Dynojet PowerCommander V, che mi hanno direttamente pre-mappato i ragazzi della Rottweiler in ragione della mia configurazione finale. Configurazione che comprende anche una Smart-IAT, Intake Air Temperature, ovvero un sensore della temperatura dell’aria aspirata che in teoria ottimizza l’ingrassatura, e ho scelto quella di Belinassu.

Sembra una IAT stock eppur non lo è!

Visto che stavo finalizzando l’ordine Rottweiler mi è parso giusto aggiungere il kit rimozione di canister e SAS, Secondary Air System. Un altro piccolo fardello sulla mia coscienza ecologica (senza SAS non recuperi i vapori incombusti ed il canister serve a non scaricarli direttamente nell’aria), ma la canisterectomia ha liberato un minimo alloggiamento nel sottosella del passeggero (che ospita la PowerCommander) e togliere il SAS comporta di nuovo meno peso e forse meno calore.

Le placchette Rottweiler vanno a tappare l’attacco alle tubazioni SAS
Senza canister c’è più spazio nel sottosella, anche per la centralina PC5

Se prima la moto era una bomba, adesso è… una bomba nucleare! Ha acquisito ancora più grinta e, sconfessando i miei timori che la schiena finisse tutta agli alti regimi, è rimasta tanta spinta e progressività ai medio/bassi. Un danno collaterale è che anche le emissioni acustiche sono aumentate: certo il finale Akrapovic è omologato e con DbKiller, ma tra decat e sistema d’aspirazione Rottweiler la GT ruggisce spaventosamente. Mi consolo pensando che loud pipes save lives– a maggior ragione visto il clacson di serie, afono. Come mi hanno avvisato i ragazzi di P&D che hanno installato il tutto

Guarda che adesso è arrogantella

La frizione stock non è malvagia però ho voluto regalare alla mia mano sinistra un attuatore Oberon in alluminio, e la forza necessaria ad azionarla si è ridotta. Insieme all’ordine dal Regno Unito ho provato anche i poggiapiedi touring (solo pilota): sono belli, li sto usando, ma mi aspettavo di più; non hanno un inserto di gomma (per le vibrazioni) ed il grip non è il massimo.

Anodizzato nero, con la sua basetta: ecco l’Oberon
La linea Touring dei predellini non è male, anche se non mi ha convinto al 100%

Un’inezia: ho sostituito la presa accendisigari che si trova a sinistra del TFT con una doppia porta USB. Ho usato un prodotto per uso nautico marcato CHGeek (che battezzerei una cinesata fotonica), con tanto di voltmetro LED (informazione che è comunque disponibile anche via dashboard della moto) e coperchietto di plastica. L’installazione è stata condotta da Giglioli Motori.

Sotto la patellina di plastica si nascondono due prese USB

Altro orpello: il braccino porta-smartphone della SP Connect, che uso, in combinazione con la sua cover provvista di incastro, per reggere l’iPhone. Purtroppo, come ho già avuto di segnalare per il navi, rimane in una posizione non troppo felice, in quanto bassa, e perciò l’uso cartografico delle varie app (MyRide o GoogleMaps o altre) non è il massimo. Il prodotto della SP Connect è comunque molto ben fatto.

Il braccetto SP Connect va a coprire i risers manubrio

Come coperture non mi sono trovato male con quelle stock, ovverosia le Pirelli Angel GT; un onesto pneumatico sport-touring, senza velleità pistaiole e con una buona resa specialmente su manti freddi. Infatti ho deciso di preservarmele per una stagione invernale e passare a qualcosa di più sportivo. Per circa 2.500km ho tenuto delle Bridgestone Battlaxe S22. Tecnicamente delle gomme spettacolari, ma che nel mio caso hanno dato più fastidi che altro. Da subito dei vistosi beccheggi a media frequenza (avantreno che va su&giù) ad alta velocità e nei curvoni ampi, che si sono quasi annullati una volta riequilibrate le ruote, e specialmente quella posteriore. Poi è rimasta una propensione all’innesco di imbardate ad alta frequenza (avantreno che si scuote sinistra&destra) a velocità ampiamente sopra codice. Probabilmente si trattava di un treno difettato.

Gli (sfortunati) S22, appena montati

A circa 5.000km avrei voluto rimpiazzarli con delle Pirelli Rosso Corsa II ma, per un’incomprensione con Fratelli Moro, sono finito con delle Michelin Power RS+; che poi il plus è solo relativo alla nuova posteriore, perché l’anteriore è sempre la vecchia RS. Per il momento non mi sto trovando male, dopo un’iniziale mancanza di confidenza magari dovuta al passaggio ad una carcassa meno rigida e ad un profilo abbastanza tondo.

Il posteriore “+” della linea RS appena montato

Per comodità personale mi sono dotato di un’interfaccia OBD-II, On Board Diagnostics 2. Mi sono aggiudicato su eBay un ELM327 con wifi ed un cavetto Lonetec. Ah, una curiosità: sono riuscito a pagare l’OBD meno di 10 euro, ma il cavetto è costato il doppio [2]! Come software sto usando, app iOS, Car Scanner ed ODB Fusion.

L’ELM327 permette di dialogare con la moto ed analizzare errori e vari parametri

[1] Una nota noiosissima, ma spero di utilità. Metto insieme PP e compatibilità o meno con i MY precedenti, indicando la SKU della nuova parte stock:

  • #6130495010049 Paraspruzzi e protezione catena / retrofit
  • #61508910000 Parafango anteriore / retrofit
  • #61511995000 Copriconnettore / retrofit
  • #61530960000 Cover pignone / retrofit
  • #69330985044 Protezione carter accensione / retrofit
  • #61330986044 Protezione carter frizione / retrofit
  • #61508921044 Coppia spoiler puntale / non compatibile #6150802001033 e #6150802002033
  • #61508959044 Coppia spoiler radiatore / non compatibile #61508060000 e #61508061000 
  • #61508964044 Coppia carena sottosella / non compatibile #61408062000 e #61408063000 
  • #61507958000 Cover centrale serbatoio / non compatibile #61507058000
  • Coppia fianchetti laterali serbatoio (non PP, TBA MaxiCarbon) / non compatibile #61508050000 e #61508051000
  • Coppia fianchetti posteriori (non PP, HF Carbon) / retrofit
  • Sottocodone (non PP, MaxiCarbon) / non compatibile #61408019050CB
  • Cornetto estrazione aria ventole (non PP, MaxiCarbon o HF Carbon) / retrofit

[2] Una possibilità, ritengo più economica, è di costruirsi il cavetto, dotandosi di due connettori. Da un’estremità c’è una femmina J1962 a 16 pin, mentre dall’altra c’è un Semitono maschio a 6 pin (la porta femmina si trova sotto la sella pilota di fronte al positivo della batteria). La piedinatura utile è a 4, poiché il #4 è il K-line (ma la GT usa il CAN bus) ed il #5 è blank (il colore si riferisce al connettore della mia GT, YMMV):

  • 12v: lato moto #1 (verde con filetto rosso) / lato OBD #16
  • CAN hi: lato moto #2 (nero con filetto blu) / lato OBD #6
  • CAN low: lato moto #3 (bianco con filetto blu) / lato OBD #14
  • neutro: lato moto #6 (marroncino) / lato OBD #4
La porta di accesso per collegare l’OBD-II

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